San Raimondo da Peñafort, Prete domenicano e Confessore



Il beato Raimondo, nato a Barcellona dalla nobile famiglia di Pennafort, ed istruito negli elementi della religione cristiana, ancor fanciullo fece presagire qualche cosa di grande per le rare qualità di anima e di corpo. Infatti giovanetto ancora insegnò in patria umanità, poi andò a Bologna, dove, datosi con ardore ai doveri della pietà e allo studio del diritto canonico e civile e conseguita la laurea dottorale, spiegò i sacri canoni con grande ammirazione di tutti. Crescendo sempre più la fama delle sue virtù, Berengario vescovo di Barcellona, ritornando da Roma alla sua chiesa, passò per Bologna collo scopo di vederlo, e ottenne infine a forza di preghiere che ritornasse con lui in patria. Insignito bentosto del canonicato e della prepositura della chiesa medesima, rifulse a tutto il clero e popolo per integrità, modestia, dottrina e dolcezza di modi, e accrebbe sempre con tutte le forze l'onore e il culto della Vergine Madre di Dio, che venerava con pietà e affetto singolare. A circa quarantacinque anni di età, fatta professione nell'ordine dei frati Predicatori, qual nuovo soldato si esercitò in ogni genere di virtù, ma soprattutto nella carità verso gl'indigenti, e principalmente verso gli schiavi tenuti dagl'infedeli. Dietro sua esortazione avendo San Pietro Nolasco (di cui egli ascoltava le confessioni) consacrato i suoi beni a quest'opera di pietà, la beatissima Vergine apparve tanto a lui che al beato Raimondo e a Giacomo I re di Aragona, dicendo che farebbero cosa gratissima e a sé e al suo Figliuolo, se istituissero in suo onore un ordine di religiosi, che avesse la cura di liberare gli schiavi dalla tirannia degl'infedeli. Quindi, dopo aver conferito tra loro, fondarono l'ordine di Santa Maria della Mercede per la redenzione degli schiavi: per il quale il beato Raimondo stabilì certe regole di vita assai adatte alla vocazione dello stesso ordine, impetrandone, alquanti anni dopo, l'approvazione da Gregorio IX, e creando primo maestro generale dell'ordine il detto San Pietro, cui egli stesso colle proprie mani aveva dato l'abito. Chiamato a Roma dallo stesso Gregorio, e scelto per suo cappellano, penitenziere e confessore, per ordine suo egli radunò nel volume delle Decretali i decreti dei Romani Pontefici sparsi negli atti di vari concili e di diverse lettere. Ricusò sempre con fermezza l'arcivescovado di Tarragona offertogli dallo stesso Pontefice, e si dimise spontaneamente da maestro generale dell'Ordine dei Predicatori che aveva governato santissimamente per due anni. Egli determinò Giacomo re d'Aragona a stabilire nei suoi stati il Santo Uffizio dell'Inquisizione. Fece molti miracoli, fra i quali il più celebre fu che ritornando dall'isola di Maiorca delle Baleari a Barcellona, disteso il mantello sulle acque, fece cento sessanta miglia di cammino in sei ore ed entrò nel suo cenobio a porte chiuse. Da ultimo quasi centenario, ricolmo di virtù e di meriti, si addormentò nel Signore, nell'anno della salute 1275. Clemente VIII l'inserì nel numero dei Santi.
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